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Mura Venete di Bergamo - Patrimonio UNESCO dal 2017

29/06/2021
Visita le Mura Venete di Bergamo, un’imponente fortificazione del XVI secolo, realizzate a protezione dei territori della Repubblica di Venezia, di cui la città costituiva il territorio più occidentale.
Dal 2017 sono parte del Patrimonio UNESCO, come sito seriale transnazionale delle opere di difesa veneziane tra XVI e XVII secolo: Stato da Terra - Stato da Mar occidentale.
La costruzione

I colli su cui sorgeva Bergamo erano cinti da mura già in epoca romana, in seguito inglobate nelle costruzioni di difesa. Dopo le lotte comunali, nel XIV secolo al controllo della città si susseguirono il re di Boemia Giovanni del Lussemburgo, Pandolfo III Malatesta e i Visconti.
Sotto il dominio di Giovanni del Lussemburgo iniziò la costruzione della Rocca, mentre i Visconti, consci dell’importanza strategica di Bergamo nella lotta contro la Serenissima, ampliarono le difese, costruendo la Cittadella Fortificata sul colle San Giovanni e le Muraine a difesa dei borghi e delle direttrici ai piedi della città alta. Il centro storico si trovò così racchiuso tra i due colli, in una fortificazione vagamente triangolare.

Il 6 maggio 1428 Bergamo divenne un possedimento della Repubblica di Venezia. La Serenissima stava attraversando un declino nei commerci marittimi e Bergamo era l’occasione per rafforzare il potere sulla terra ferma. La città era però bersaglio del Ducato di Milano, dei Francesi e degli Asburgo. Si consideri che nei primi vent’anni del XVI secolo Bergamo subì ben dodici invasioni. La Repubblica di Venezia aumentò quindi le difese della città. Tra il 1561 e il 1588 furono aggiunti il torrione e i bastioni, creando una cintura difensiva lunga 6200 metri.

Il progetto dei baluardi può essere ricondotto all’ingegnere militare Bonaiuto Lorini, cui seguirono gli interventi del marchese Sforza Pallavicino, di Francesco Horologi e di Francesco Malacreda. Date le enormi dimensioni, per la costruzione furono mobilitati moltissimi operai e soldati. Fu inoltre necessario abbattere più di duecento edifici, tra cui la cattedrale di Sant’Alessandro e sette edifici di culto. La loro demolizione portò diverse scomuniche da parte del clero locale. In alcuni casi furono inglobate le preesistenti mura romane e medievali, oggi ancora visibili sotto il convento di Santa Grata e a ovest del tracciato della funicolare.
Impegnata sul fronte turco, la Serenissima decise di non includere nel sistema difensivo tutta la città bassa. Di fatto, era una rinuncia ad ampliare i propri domini in Lombardia. Nonostante ciò, il risultato fu talmente imponente da scoraggiare qualsiasi tipo di attacco.
Le mura oggi

Lunga sei chilometri, la cinta muraria è formata da 14 baluardi, 2 piattaforme, 100 aperture per bocche da fuoco, due polveriere e quattro porte. Vanno inoltre considerati i numerosi cunicoli e passaggi sotterranei ad uso militari, in gran parte ormai sconosciuti.
Non essendo mai state usate a fini militari né colpite dai bombardamenti bellici, le mura venete si sono conservate pressoché intatte. Nel corso del Seicento alcuni spazi furono usati a scopi civili, con la demolizione di gran parte delle cannoniere. Nel XIX secolo furono aggiunti i parapetti a protezione: le mura erano infatti già adibite a luogo di passeggio pubblico. Al 1907 – 1908 risale l’unica demolizione completa, effettuata per creare una via d’accesso tra Città Alta e il borgo di Castagneta.

  • La sezione più antica della fortificazione è la Rocca, posta sul colle di Sant’Eufemia. Costruita nel Trecento, la Rocca costituiva l’arsenale del bastione. Si compone di un mastio, un torrione circolare e, all’interno, la caserma degli artiglieri o scuola dei Bombardieri.

  • Su un altro colle di Bergamo, San Giovanni, si trova la Cittadella Fortificata Viscontea. Si tratta di un complesso quadrato formato da diversi corpi di fabbrica, rimaneggiati nel corso dei secoli. Della costruzione originale, composta da undici torri, restano la torre di Adalberto e quella Scaraguaita. Il resto del complesso è stato abbattuto per fare spazio al Seminario Vescovile, dove è affissa una targa in ricordo. Degli antichi varchi rimangono la Porta del Pantano inferiore e la Torre della Campanella, da cui si accede a piazza Cittadella. Non si hanno tracce della demolita Porta del Pantano superiore. La Cittadella era sede della Capitaneria Veneta e custodiva le scorte di armi e viveri.

  • Le Muraine, risalenti al XII – XIII secolo, furono completamente abbattute nel 1901. Rimangono poche tracce, tra cui le merlature e feritoie originali in via del Lapacano e la torre del Galgario

  • Sull’omonimo colle si trova il castello di San Vigilio. Data l’alta posizione, è probabile che già in epoca romana vi fosse una torre di avvistamento, sostituita nel X secolo da un castello, ingrandito e rafforzato dai Visconti e dalla Repubblica di Venezia. Durante il governo austriaco parti del castello furono abbattute, tra cui la monumentale porta. È ancora attivo il passaggio segreto che collegava il castello col forte di San Marco.

  • La Porta San Lorenzo è la più piccola tra gli accessi, nonché la prima ad essere stata costruita, tra il 1561 e il 1588. Posta a nord, è anche conosciuta come Porta Garibaldi, poiché da qui Giuseppe Garibaldi entrò in Bergamo, liberandola dagli austriaci. Dovendo essere l’ingresso per il popolo, è sicuramente la porta più rustica e con meno dettagli. Manca ad esempio il bassorilievo con il leone di san Marco, presente in tutte le altre.

  • La Porta di Sant’Alessandro si trova ad ovest e prende il nome dall’omonima basilica, demolita per costruire i bastioni delle mura. Costruita tra il 1561 e il 1588, è simile alla struttura della Porta di Sant’Agostino, con tre aperture, di cui la centrale più ampia. È decorata con pietra grigia nella sezione inferiore e intonaco giallo dal cordone sino al tetto. Sopra l’ingresso centrale svetta il bassorilievo con il leone alato, simbolo di San Marco.

  • La Porta di San Giacomo è la più elaborata tra le quattro, soprattutto nella facciata esterna. Costruita dal 1592, è in marmo bianco rosato, con fornici divisi da colonne e il bassorilievo del leone di san Marco nella trabeazione centrale. Ricca di dettagli, la porta non era solo una difesa per Bergamo, ma anche un manifesto della sua grandiosità.

  • Più a est si trova la Porta di Sant’Agostino, costruita tra il 1574 e il 1588. L’ingresso prende il nome dall’omonimo grande monastero posto nelle immediate vicinanze. La porta è divisa in tre fornici, con l’apertura centrale più ampia con volta a crociera. La facciata ha lesene bugnate in pietra arenaria grigia, col il leone alato nel timpano centrale. Sant’Agostino è oggi molto frequentata e costituisce il principale accesso alla Città Alta.


Oltre ad essere una bellissima passeggiata panoramica, le Mura sono visitabili anche per brevi tragitti interni, grazie al Gruppo Speleologico Bergamasco delle Nottole.

 
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©Foto: Adirricor, CC BY 3.0
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