UPEL CULTURA › Villa Isacco Negri con ex Filanda Isacco


Rogeno

VILLA ISACCO NEGRI CON EX FILANDA ISACCO


Poco distante da Villa Gadda, e su di un piccolo colle, sorge Villa Isacco Negri. Edificata intorno al 1750, l’imponente dimora nacque per mano di Don Francesco Ripamonti. Passata alla famiglia Negri per vie matrimoniali, fu poi agli Isacco. La dimora si compone di un corpo quadrangolare con corte interna e sviluppo su tre livelli. Sul fianco settentrionale si trova l’ex Filanda Isacco, sede dell’attività della famiglia. Eleganti gli esterni, con intonaco giallo ottocento, portale in granito e una lapide con busto in ricordo di Pietro Isacco, tra i proprietari della villa. Figura di spicco del Risorgimento, Isacco è ricordato per il suo contributo alle Cinque Giornate di Milano. La villa è tuttora di proprietà degli eredi della famiglia e conserva molti dettagli originali. Ricordiamo un imponente lampadario in ferro battuto, un soffitto a cassettoni e preziosi mobiletti in ebano e avorio. Nel soggiorno si colloca un grande camino in pietra che occupa quasi l’intera parete. Ornato con cappa in legno scolpito e un’insegna gentilizia sull’architrave, è di epoca anteriore alla casa e proviene certamente da un’altra proprietà. L’arredamento si compone di molti elementi esotici: il signor Vittorio, nonno degli attuali proprietari, era infatti un appassionato di animali e di caccia. Tra i cimeli di safari vi sono un tavolino con corna di antilopi Kudu, un posacenere fatto con una zampa di ippopotamo e sciabole abissine. La Sala dei Trofei di Caccia custodisce inoltre numerosi animali imbalsamati di ogni specie. Dell’antico splendore si conserva anche l’ampio parco, con un pozzo, un cortiletto a colonne toscane in granito e due busti che rappresentano avi della famiglia Negro. Nel giardino si trovano pini, un suggestivo viale di platani ma anche un’araucaria e una rigogliosa magnolia.

L'ex Filanda Isacco

Alla destra della villa si colloca l’ex Filanda Isacco, attiva sino al 1937-38. Il semplice l’edificio produttivo si componeva di un unico grande ambiente rettangolare sviluppato su due piani. In quella che oggi è via Roma si trovava la “cuntrada di och”, ovvero l’area destinata all’alloggio dei dipendenti. Della struttura si riconoscono ancora le ampie finestre e la copertura a capriate lignee, mentre la grande ciminiera in mattoni è stata abbattuta. Ad eccezione di alcuni graticci utilizzati per l’essiccazione dei bozzoli, tutti i macchinari e utensili originari sono oggi custoditi presso il Museo della Seta di Como. [caption id="attachment_36394" align="aligncenter" width="706"] Interni dell'ex Filanda Isacco Negri[/caption]

©Foto: Comune di Rogeno ©Riproduzione riservata