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UPEL CULTURA
› Chiesa di Sant’Ilario
Marnate
CHIESA DI SANT’ILARIO
La prima notizia della
chiesa di sant’Ilario
risale alla fine del XIII secolo, con la doppia intitolazione a Santa Maria e a Sant’Ilario. È probabile che in quell’epoca si trattasse di una semplice cappella di impronta romanica subordinata alla
chiesa dei Santi Pietro e Paolo
. La radicale trasformazione della chiesa avvenne dopo il 1570, come attestato in un documento del tempo. Le dimensioni della chiesa erano circa la metà delle attuali. L’aspetto attuale si deve all’ampliamento di inizio Novecento progettato dall’architetto Camillo Crespi Balbi. L’intervento comportò il raddoppio della lunghezza dell’edificio, la costruzione delle volte di copertura e il rifacimento del prospetto. La chiesa si presenta oggi con pianta rettangolare a tre navate, profondo presbiterio ed abside poligonale. Imponente la facciata a salienti, con un avamposto a tutta altezza unito con volute ai corpi laterali. La superficie è scandita da un alto cornicione e delimitata da lesene angolari, che sostengono il timpano con angelo che suona la tromba sulla sommità. Alla chiesa si accede tramite tre porte artistiche in bronzo mentre nella sezione superiore si trova una finestra riccamente modanata. Domina il prospetto lo slanciato campanile centrale, con balaustre nella cella campanaria e alta cuspide e croce. Lungo il fianco settentrionale della chiesa, ove era l’antica area cimiteriale, si conserva un debole affresco forse del XVII secolo. Il lacerto raffigura
Sant’Ilario, il Redentore, Sant’Agata e le anime del Purgatorio
. Ricordiamo anche l’iscrizione in facciata “
L’architetto Camillo Crespi B. ampliò 1902-1903
”, posta in ricordo dei lavori.
Interni
Ricco l'apparato decorativo, con la navata centrale coperta da volta a botte e le laterali coperte da volte a crociera. Sulle vele dei tre archi verso il presbiterio, corrispondenti alla parte più antica della chiesa, è conservata un’interessante serie di putti dipinti del secolo XVII. I dodici angioletti, di buona fattura, recano in mano alcuni simboli di santi venerati nella chiesa. La settecentesca cappella della Madonna del Rosario accoglie un pregevole altare in marmi policromi e la statua della Vergine. Sulle lesene, il sottarco e la volta sono dipinti i
quindici misteri del Rosario
. Lungo la navata destra è posto l’altare dei Santi Teodolo, Giuseppe e Antonio da Padova, con le tre statue in stucco dipinto. L’ancona a tre nicchie è arricchita da angeli, cherubini e festoni. Poco avanti, addossato alla parete, è conservato l’antico affresco quattrocentesco di
Sant’Ilario
. Il patrono è raffigurato dentro una finta nicchia, con il pastorale ed in atto di benedire. Nel presbiterio è il bel tabernacolo in marmi policromi riccamente modanati, con portina in legno dipinto (secoli XVII-XVIII). Anche l’altare maggiore del Settecento, mancante della mensa, è in marmi policromi. Il tabernacolo è racchiuso da un tempietto a otto colonnine con ricco coronamento a volute, ghirlande ed elementi architettonici. Sulla volta del presbiterio spiccano quattro medaglioni raffiguranti i
Santi Evangelisti
, dipinti nel 1887 dal pittore legnanese Mosè Turri. Il
Cristo Pantocratore
al centro della volta è invece opera recente dell’artista Claudio Nani. Un’elegante porta in noce con alta cimasa immette, dalla navata destra, nella moderna cappella dei sacramenti. Qui sono collocate due preziose statue lignee della fine Seicento, rappresentanti San Domenico e Santa Apollonia e l’antica vasca battesimale a colonna in marmo rosso. Da ricordare, infine, gli arredi lignei della sacrestia e l’artistica cantoria con organo Carrera del 1770.
©Foto:
derbrauni - Opera propria, CC BY-SA 3.0
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