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Ispra

ANELLO E GOLFO DELLE FORNACI


Lungo il promontorio di Ispra si sviluppa l’Anello delle Fornaci. L'itinerario sorge in ricordo dei numerosi siti per la lavorazione della calce estratta dalle rocce a picco sul lago. Attive sin dal XIV secolo, le fornaci hanno avuto un importante sviluppo e ruolo nell’economia del paese. L’attività si concentrava a pochi passi dalla riva, dove attraccavano i barconi per il trasporto via acqua. Le fornaci da calce di Ispra, larghe anche quattro metri di diametro, avevano una forma troncoconica ed erano costruite con particolari mattoni e pietre per mantenere costanti le alte temperature. L’ultimo forno da calce ha chiuso negli anni Sessanta. Oggi restano gli squarci bianchi delle pareti estrattive e alcune sezioni dei forni, tra cui la Fornace del Pinet.  

La calce

La calce, nota sin dall’antichità, non serviva solo per le costruzioni, ma era anche un ottimo disinfettante e concime per l’agricoltura. Indispensabile per la concia della pelle, era inoltre utilizzata per la realizzazione della ceramica. La materia prima da cui la si ricava è il calcare, una roccia sedimentaria ricca di carbonato di Calcio (Ca CO3) proprio come quella che costituisce il promontorio su cui sorge Ispra. Si ha notizia che già nel XIV secolo una fornace isprese fornì calce alla Fabbriceria del Duomo di Milano.

Le cave

Intorno alla metà dell’Ottocento lungo il versante a lago furono aperte le prime cave ed in corrispondenza di queste, più in basso, sulla riva, si costruirono le fornaci con i relativi moli per l’attracco dei barconi adibiti al trasporto. In cava, minatori abilitati all’uso di esplosivi, spaccavano la roccia. Il materiale staccato in grandi massi dalle mine, veniva spezzato e lavorato successivamente con petardi, cioè cariche esplodenti più piccole. Si usavano anche attrezzi manuali e finalmente il calcare veniva smistato secondo la qualità ed inviato al forno.

Il forno

Il forno, cioè il cuore rovente delle fornaci si trovava in posizione comoda rispetto al piano della cava in modo da essere raggiungibile dai robusti carrelli di ferro su rotaia che, giunti al portello di caricamento, introducevano il minerale. Per arrivare a 900/1100°C, la temperatura di funzionamento, i fuochisti nutrivano l’impianto di preferenza con carbone. La calce veniva estratta tre volte al giorno, in blocchi o zolle, dalle bocche alla base dei forni dove si trovavano anche le camere di combustione.

La ferrovia

Nel 1882 ad Ispra veniva aperta la stazione ferroviaria. Il trasporto del materiale prodotto dalle fornaci, ma anche il carbone necessario per i processi produttivi divenne così più agevole ed economico rispetto al trasporto via lago. Grazie a questa innovazione si aprirono nuove cave lungo il versante Sud-Est, più comode da raggiungere dai carri che le collegavano con la stazione. Di conseguenza fu migliorata la viabilità con vantaggi per tutto il paese. Le cave che si trovavano nella zona del lago producevano calce più bianca

L’economia del paese che cambia

All’inizio del Novecento erano occupati nelle diverse specializzazioni circa 100 operai con paga regolare e ciò aveva una sensibile ricaduta sull’economia del paese. Nel 1912 le fornaci di Ispra producevano la quasi totalità del materiale necessario alle costruzioni nel milanese e in buona parte del Piemonte. Oltre alla produzione della calce andava di pari passo quella della ghiaia.

Fu la forte affermazione del cemento che, dalla prima metà del Novecento, innestò il processo di decadimento che portò allo spegnimento graduale di tutti forni. Il 16 dicembre 1960 cessava l’attività dell’ultima fornace. Oggi le fornaci sono diventate testimonianze di un passato che appare lontanissimo, ben oltre i sei decenni dallo stop alla loro attività.

 

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