UPEL CULTURA › Museo Etno-Archeologico Castiglioni in Villa Toeplitz


Varese

MUSEO ETNO-ARCHEOLOGICO CASTIGLIONI IN VILLA TOEPLITZ


Villa Toeplitz è stata costruita all’inizio del XIX secolo ed è considerata una delle più belle ville con parco pubblico di Varese. Nata come residenza di campagna della famiglia Hannesen, nel 1914 fu acquistata dal banchiere Josef Leopold Toeplitz, a cui si devono gli ampliamenti e le modifiche che caratterizzano la struttura. Proprietà del comune dal 1972 la villa ospita oggi il Museo Etno-Archeologico Castiglioni e una sede distaccata dell’Università dell’Insubria.

La Villa

Il complesso Toeplitz è composto dalla villa padronale e dalla foresteria che si contraddistinguono per il gusto eclettico e l’architettura Liberty. La dependance è in stile neoromanico, con mattoni rossi a vista, bifore, archetti e motivi ad arabesco. Più ricercato è invece l’apparato decorativo della villa, dove l’uso di laterizi si alterna alla pietra squadrata del basamento e a sezioni intonacate di bianco e rosso. Dagli angoli si innalzano due torrette che svettano sulla casa e sul parco. La torre più a nord ha pianta quadrata e termina con un loggiato, mentre la seconda è circolare. Le facciate sono molto dinamiche grazie all’impiego di finestre di diverse forme e dimensioni e di archi, colonne, stucchi e frontoni di diversi stili. Il parco è una bellissima miscellanea di stile inglese, francese e italiano. La sezione a nord è la più spettacolare, con architetture vegetali, fontane scenografiche e giochi d’acqua. Il disegno è stato impostato su una rigorosa geometria di vialetti, siepi e scalinate, che conducono fino a un ninfeo. Molto varie sono le componenti botaniche presenti, con prati, macchie di arbusti, boschetti di conifere, castagneti e diverse specie esotiche.

Il Museo

Il Museo Etno-Archeologico ha sede presso la dependance di Villa Toeplitz e raccoglie le preziose scoperte dei fratelli Angelo e Alfredo Castiglioni, donate alla Città di Varese. La collezione accoglie reperti archeologici ed etnografici provenienti soprattutto dal deserto del Sahara e dalla savana africana, dove i fratelli hanno condotto ricerche per oltre sessant’anni. Le sei sale custodiscono: - i reperti degli antichi metodi d’estrazione e lavorazione dell’oro dei Faraoni - la straordinaria collezione di calchi di graffiti preistorici, risalenti a più di 10 mila anni fa - le ricostruzioni di ambienti Tuareg, un’antica popolazione nomade del Sahara. Realizzate con materiali originali si trovano un attendamento e i resti di una carovana morta di sete nel deserto - parrucche, utensili, armi e ornamenti dei Nilo-Camiti, popolazione del Kenya, Tanzania e Uganda.
Aperture Giovedì e venerdì | 14:00 – 19:00 Sabato e domenica | 10:00 – 13:00 / 14:00 – 19:00

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