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Varese

CHIESA DI SAN MARTINO


Nel 1233 la chiesetta di San Martino fu donata al vicino convento delle monache benedettine Umiliate. In seguito alle visite di San Carlo Borromeo fu ingrandita e unita al monastero. Nel corso del XVII secolo il convento crebbe di importanza e dimensione, arrivando ad essere il più numeroso della città, ma con le riforme napoleoniche fu chiuso e abbattuto. La chiesa, unica superstite alla soppressione, divenne quindi deposito militare e fienile. Dopo un incendio, che danneggiò gli affreschi, nel 1858 tornò al culto. L'edificio si presenta oggi con un piccolo impianto rettangolare ad aula unica. La semplice facciata, a capanna, presenta un ingresso architravato con frontone triangolare e tre volti di angeli. In cima alle lesene si riconosce lo stemma degli Orrigoni, la nobile famiglia patrona della chiesa. Sul fianco destro è ancora visibile la decorazione con archetti in cotto, mentre non vi è traccia degli antichi affreschi quattrocenteschi della facciata, raffiguranti san Martino e san Cristoforo. Le decorazioni interne risalgono all’inizio del Settecento, a cui lavorarono i principali artisti del tempo. Sui lati della navata si trovano il martirio di San Bartolomeo e il martirio di San Lorenzo. Pietro Antonio Magatti affrescò i pennacchi e la volta. Tema delle opere sono scene della vita di san Martino e la Gloria di San Martino. Oltre al santo, sono rappresentati tre gruppi di angeli con strumenti musicali e simboli della vita sacerdotale e militare. Patrimonio della chiesa sono l’alto rilievo in bronzo dorato posto al di sotto, le formelle che rivestono gli ex reliquiari e la pala d’altare, con san Martino che dona il mantello al povero. Nella sagrestia si conserva infine un affresco floreale e una decorazione in trompe-œil, che incornicia la porta.

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