UPEL CULTURA › Santuario di Santa Maria della Ghianda


Somma Lombardo

SANTUARIO DI SANTA MARIA DELLA GHIANDA


Il Santuario di Santa Maria della Ghianda è stato edificato in ricordo dell’apparizione della Madonna ad una giovane sordomuta. La struttura odierna risale al tardo Cinquecento, quando la cappella del XIII secolo fu rivisitata da Pellegrino Tebaldi. L’edificio ha pianta a croce latina, con aula unica, quattro cappelle laterali e coro quadrangolare che si imposta sulla preesistente chiesetta, inglobata dal disegno del Tebaldi. Tutta la struttura, ad eccezione della facciata, conserva l’impianto originale, con laterizi e pietre a vista. Un bel viale alberato introduce la facciata con andamento a salienti. In stile classico è scandita in due ordini dall’alto cornicione e dalle paraste con capitelli corinzi, che sostengono l’imponente trabeazione. Nella sezione inferiore si aprono i tre ingressi, con il principale sormontato da un importante protiro con frontone spezzato e da un mosaico dell’Annunciazione. Sulla superficie sono collocate, in otto nicchie, le statue di san Carlo Borromeo, san Gioacchino, sant’Anna, sant’Ambrogio, san Luigi Gonzaga, la Madonna, san Giuseppe e santa Elisabetta. Nell’ordine superiore si trovano tre vetrate artistiche e quattro telamoni sostituiscono le paraste. Ai lati si ergono due stele piramidali e al centro del timpano è collocato lo stemma mariano in ferro battuto. Gli interni sono ricchissimi, con decorazioni settecentesche e di inizio XX secolo. Nella preesistente cappella, e odierno coro, è affrescato l’Albero Genealogico della Madonna realizzato nel XIV secolo da Michelino da Besozzo. Ai lati del presbiterio sono raffigurati la miracolosa apparizione della Vergine e Pellegrino Tibaldi che presenta il progetto della nuova chiesa a San Carlo Borromeo. Ulteriori affreschi decorano la volta a botte della navata. Nel santuario si conservano anche gruppi scultorei lignei del Seicento, che raffigurano scene della passione di Cristo a grandezza naturale, una Crocifissione, opera di Giovanbattista Crespi il Cerano e una Flagellazione della scuola del Tiziano.

©Foto: Alessandro Vecchi - Opera propria, CC BY-SA 3.0 ©Riproduzione riservata