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Erba

CHIESA DI SANTA MARTA VERGINE


Oggi la chiesa, la cui dedicazione risale al 1612, è il risultato di un radicale rifacimento neoclassico avvenuto tra il 1845 e il 1848. Prima della ricostruzione ottocentesca, nelle mura dell’antica chiesa era collocata un’epigrafe di epoca romana, che scomparve durante le opere di rifacimento. Già nel Trecento le fonti riportano l’esistenza di una piccola chiesa con funzione di cappellania, dipendente dalla chiesa matrice, allora l’antica plebana di S. Eufemia. Nel XV secolo la chiesa di santa Marta era costituita da due cappelle: una dedicata a sant’Anna e l’altra a san Pietro Martire, oggi non più esistenti. Durante la visita pastorale del 1574, San Carlo Borromeo Arcivescovo di Milano, ispezionò l’edificio. La trovò in uno stato deplorevole, quasi priva di arredi. Nel Seicento, con una petizione rivolta al Prevosto di Incino, i fedeli di Erba sollecitarono interventi di consolidamento. Si susseguirono quindi varie rivisitazioni nei secoli a seguire. Nell’Ottocento per tutta la Brianza, ebbe inizio un periodo di splendore che coinvolse anche il borgo di Erba Alta. La seicentesca chiesa dedicata a santa Marta, così piccola e malmessa, certo non s’intonava con il contesto e la nuova comunità in crescita. La chiesa fu ricostruita e terminata nel 1848 su un progetto dell’ingegner Bellati di fabbrica Durini. Non venne costruito il pronao d’ingresso ma sono un piccolo sagrato rialzato, formato da cinque gradini in granito, per raccordare la quota della piazzetta con la quota interna. Le superfici esterne non sono intonacate e ultimate, in quanto mancavano i fondi economici necessari. Solo il campanile ed il tamburo della cupola, con la rispettiva lanterna, si presentano ancora oggi con intonaco fine. Oggi la chiesa, di stile bramantesco, si presenta con pianta a croce greca, tazze agli angoli, quattro pilastri che sorreggono la cupola dotata di lanterna e tre altari. Priva cappelle, termina con un’abside semicircolare e dotata. Tutta la chiesa è decorata con suggestive immagini eseguite dai pittori Mario Cornali e Candido Baggi, entrambi dell'Accademia Carrara di Bergamo. Al Cornali si devono le raffigurazioni della Risurrezione di Lazzaro e Gesù in casa di Marta e Maria e gli Evangelisti nella cupola.

Contributi: Museo Civico di Erba – Progetto PCTO ©Riproduzione riservata