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Gravedona ed Uniti

CHIESA E CONVENTO DI SANTA MARIA DELLE GRAZIE


Su un’altura con vista sul lago si trova la chiesa di Santa Maria delle Grazie. Dedicata anche a san Nicola da Tolentino, è anche detta chiesa del Convento per l’annesso ex cenobio agostiniano. Il complesso sorse nel 1467 sui resti dell’oratorio di san Salvatore, tempio paleocristiano in uso sin dal VI secolo. La chiesa e il convento furono edificati, per concessione di papa Paolo II, per volontà del popolo di Gravedona. Consacrata nel 1496, la costruzione fu finanziata da diverse famiglie e anche da Gian Galeazzo Sforza, duca di Milano. Nel 1772 il convento fu soppresso: questo fu frazionato fra privati mentre la chiesa passò sotto la giurisdizione della plebana di San Vincenzo. Ampio e luminoso lo spazio interno, che si imposta su un’aula unica con pianta rettangolare. La navata è coperta da soffitto ligneo e scandita da archi ogivali trasversali. Sui lati si aprono cappelle mentre il presbiterio termina con tre absidi, di cui la centrale coperta da volte a vela. Bella e semplice la facciata, con profilo a vela e decorazioni di gusto romanico. La superficie è scandita in tre fasce da alte paraste e, al centro, si trova il portale maggiore in marmo di Musso. Preceduto da una breve scalinata, presenta stipiti scolpiti a motivi rinascimentali ed una lunetta affrescata del XVI secolo: si riconoscono la Beata Vergine fra i santi Agostino e Nicola da Tolentino. Un secondo ingresso, di simile fattura, si colloca sul fianco meridionale. Sui lati si aprono due lunghe monofore mentre al centro del prospetto si colloca un rosone on vetrata artistica. Da ricordare anche la decorazione del sottogronda, dove si conservano archetti pensili in cotto e alcuni affreschi ornamentali, ben visibili nelle absidi. Dall’angolo nord-est si eleva il campanile. Con pianta quadrangolare, presenta monofore ed archetti pensili lungo il fusto. La cella campanaria è invece caratterizzata da bifore in archi ogivali.

   Gli interni

Eleganti e luminosi gli interni, che conservano vasti e vari affreschi realizzati tra il 1496 e il 1520 durante diverse campagne decorative. Sulle pareti della navata si trovano le Storie della Croce, con una Crocifissione commissionata dalla famiglia Casati, e le Storie di sant’Antonio, attribuite a Alvise de Donati. Molto importanti per l’iconografia agostiniana anche le Storie di san Giovanni Battista nell’omonima cappella laterale. Gli archi ogivali, che scandiscono l’aula, sono decorati con motivi fitomorfi, motivi geometrici ed alcuni busti di santi. La cappella absidale di sinistra, dedicata a sant’Agata, mostra la raffigurazione dei santi Agata, Agnese, Biagio, Gottardo, Nicola da Tolentino e Caterina d’Alessandria. Sul lato opposto la cappella di san Nicola da Tolentino, affrescata con episodi della Vita del Santo incorniciati in stucchi settecenteschi. Nel presbiterio si trovano invece una Madonna Assunta, la Vergine in trono col Bambino tra san Pietro e san Giovanni Battista ed una Crocifissione con la Vergine e san Nicola da Tolentino. Da ricordare anche, nella cappella di sant’Agata, la cinquecentesca statua della Vergine col Bambino in marmo bianco di Musso. Curiosa, infine, l’assenza di adeguamento liturgico, che ha conservato la chiesa senza alterazioni. Al centro del presbiterio si colloca una grande ancona lignea dorata ed intagliata. Realizzata ad inizio Seicento, è decorata con le statue della Vergine col Bambino, Sant’Agostino, Santa Monica, San Vincenzo e San Nicola.

   Ex Convento di Santa Maria delle Grazie

Accanto alla chiesa, sul fianco settentrionale, si sviluppa l’antico convento agostiniano. Fondato nel 1467, assunse un ruolo di rilievo nel panorama religioso lombardo. Nel 1772 il cenobio fu soppresso e frazionato fra proprietari privati, che lo ampliarono e modificarono per adeguarlo alla nuova funzione agricolo-residenziale. Dopo diversi decenni di abbandono, fu acquistato dall’Amministrazione Comunale di Gravedona. Oggi parte del complesso ospita la biblioteca civica. Il convento si sviluppa su una pianta quadrangolare, con un chiostro ad archi ogivali su colonnine al centro. Nonostante le modifiche ottocentesche, il loggiato mantiene numerosi affreschi, fra cui Storie della vita di Gesù e Santi agostiniani.

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