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Eupilio

CHIESA DI SAN GIORGIO | CORNENO


La chiesa di san Giorgio è menzionata nel Liber Notitiae Sanctorum Mediolani ma non si può escludere un’origine militare, vista la dedicazione ad un santo guerriero. Citata anche nell’elenco del 1398 della Pieve d’Incino, la fabbrica è stata ricostruita ad inizio Cinquecento con la fondazione della parrocchia. Nei secoli, grazie alla presenza in loco di molte famiglie nobili e facoltose, la chiesa ha goduto di un pregevole trattamento artistico e architettonico. L’aspetto attuale si deve però ai rimaneggiamenti della prima metà del Settecento e agli interventi realizzati a partire dal 1932. Oggi la chiesa si presenta a navata unica, con sei cappelle laterali e un profondo presbiterio absidato. Ampia ed imponente la facciata, con profilo a capanna e un bel sagrato antistante. Il prospetto è scandito da una coppia di lesene in finto bugnato, che delimitano i due portali laterali. L’ingresso principale, con cornice in pietra e sormontato dalla rappresentazione di San Giorgio a cavallo, è invece inserito in un’alta rientranza ad arco. Completano la superficie vetrate artistiche ed un lineare timpano sommitale. Dal fianco nord-est si innalza il campanile, con frontoni triangolari a decorazione di ogni apertura a monofora e cupola a bulbo sommitale.

Gli interni

Molto bello l’apparato decorativo interno, con stucchi plastici che si alternano agli affreschi tardo ottocenteschi di Luigi Tagliaferri e Romeo Rivetta. Nulla invece rimane delle antiche pitture del XVI secolo che ornavano la zona presbiteriale, cancellate durante i lavori di sistemazione del Settecento. Le opere più pregevoli della chiesa sono un venerato Crocifisso settecentesco, conservato nell’omonima cappella, e un dipinto cinquecentesco. La tela, situata nella cappella dell’Assunzione, raffigura una Vergine assunta tra i simboli lauterani. Opera di Sebastiano Olivero, è stata commissionata nel 1597 dal medico Francesco Del Conte. Le due cappelle ospitavano anche sepolture rimosse durante gli interventi di inizio Settecento, e quindi, erano probabili patronati delle famiglie Vignarca e Del Conte.

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