Negli anni in cui Salvatore Fiume visse e lavorò nella filanda di Canzo, dal 1952 fino alla sua scomparsa nel 1997, l’edificio subì varie trasformazioni adattandosi di volta in volta a nuove esigenze. Negli anni 1951/1952 il grande salone fu utilizzato per ospitare le enormi tele (48 m x 3 m) che Fiume dipinse per il salone di prima classe del transatlantico Andrea Doria, purtroppo affondato nel luglio del 1956. Dal 1953 alcune zone della filanda furono attrezzate per la produzione della ceramica e fu riattivato un antico forno a legna per la cottura delle ceramiche. In seguito altri locali furono adibiti alla produzione di serigrafie e litografie (con i torchi e le macchine per la stampa artigianale) che Fiume preferiva realizzare in proprio. Nei primi anni ‘70, acquistata una nuova ala del cortile, Fiume utilizzò il grande salone del secondo piano per realizzarvi delle enormi sculture. Poi, nel 1972, lo trasformò in una sala da concerti per oltre trecento posti, facendovi costruire un grande organo che, per alcune stagioni, fece di Canzo una piccola capitale della musica organistica in Italia. Cessate le attività concertistiche dopo la scomparsa della moglie, che ne era stata la principale animatrice, l’organo fu donato alla chiesa di Asso, una cittadina vicino a Canzo. Oggi quel salone ospita una esposizione di opere di Salvatore Fiume e lo studio della figlia Laura, anch’essa pittrice.
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