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Cocquio-Trevisago

VILLE E DIMORE


   Piazza XXV aprile e Villa Verga

Al centro della frazione Cocquio si trova piazza XXV aprile, cuore dell’antico nucleo. La fontana a base ottagonale dello spiazzo fornisce tuttora acqua a numerose abitazioni. In passato, a lato della strada, scorreva il torrente Riale che prendeva le acque dalla soprastante Val Calcinè. Per questioni logistiche e di traffico, il corso d’acqua passa ora sotto la strada. Anche la fontana ha subito un riposizionamento ma rimane un punto nevralgico. A pochi metri a valle della piazza si trova l’antico lavatoio della frazione, anch’esso un tempo alimentato dalle acque della Val Calcinè. Nel mese di dicembre accoglie ora il tradizionale presepe artistico. Di fronte al lavatoio ha inizio la Contrada del Torchio, tra i rioni storici del paese. All’ingresso settentrionale da via Roma, il visitatore è accolto da un grande affresco mentre tutta la pavimentazione è ancora in acciottolato. Qui si trova Villa Verga, secondo alcune fonti di origine seicentesca. La dimora conserva un’elegante corte con loggiato artistico ad archi e una stalla con volta a botte. Alcune pareti esterne, inoltre, sono affrescate con panorami lacustri e una meridiana.

   Villa Verga ex bachificio

A Cocquio Trevisago si trova anche una seconda Villa Verga, anche nota come ex Bachificio. Già esistente nel XIX secolo, dal 1878 al 1910 la dimora fu sede di attività di bachicoltura.  Successivamente, dal 1915 al 1926, fu adibita ad “Ospitale di Cocquio” per bambini e ragazzi. Nata come Casa Vacanza estiva, in seguito la colonia divenne permanente, accogliendo 20 mila bambini tra orfani di guerra e piccoli profughi. L’imponente complesso, sito nei pressi della chiesa della Purificazione, si compone di più corpi di fabbrica. Oggi abbandonato, è in attesa di un restauro.
La famiglia Verga, originaria dell’Alto Milanese, fu attiva a Cocquio nel campo della bachicoltura grazie a don Diego Verga, coadiutore parrocchiale. Nel 1878, alla morte del reverendo, il patrimonio passò ai fratelli Verga, che nel 1881 parteciparono alla esposizione nazionale di Milano. Un giornale locale descrive con abbondanza di particolari la loro attività a Cocquio “…I fratelli Verga esporranno bozzoli neri, gialli, bianchi delle diverse razze, ottenuti con allevamenti speciali nello stabilimento di Cocquio.” Qualche anno dopo, nel 1886, sono presenti anche all’esposizione di Varese e si guadagnano riconoscimenti prestigiosi “nel settore della bachicoltura conquistano medaglie d’oro i fratelli Verga di Cocquio.” Dal Corriere del Verbano, Dicembre 1884 “ la ditta fratelli Verga di Cocquio che ha riportato all’esposizione nazionale di Torino, la medaglia d’oro, a uno stabilimento di bachicoltura in Cocquio, che è uno dei primari d’Italia del suo genere. In un grandioso fabbricato si coltiva l’allevamento del baco da seta. Ogni farfalla dopo essere stata fecondata viene messa in un piccolo sacchetto di tulle. Un gran numero di ragazzi opera in quell’immenso stabilimento, leva dai sacchetti le farfalle che vengono stritolate e passate al microscopio: quelli che si presentano sane, la loro semente viene tenuta buona; la semente di quelli colpiti dalla malattia, viene distrutta. Per cui la ditta fratelli Verga, non mette in commercio che semi bachi di ottima qualità e di esito sicuro.” Nel 1909 l’azienda subì un grave tracollo economico - finanziario e poco dopo tutta la proprietà fu messa in vendita.

   Villa Ida

Da citare anche Villa Ida, residenza storica di Cocquio-Trevisago progettata dall’architetto Cesare Magnoni e oggi sede di mostre ed eventi privati. La dimora conserva un’elegante scalinata in marmo e luminose vetrate che affacciano sul parco privato, arredato con agrumi e numerose statue e sculture. Accanto alla villa si trova un piccolo oratorio privato. Sulla facciata un gruppo di altorilievi raffigurano la Beata Vergine fra angioletti mentre sulla sommità si eleva un breve campanile a vela.

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