Chi siamo
Come associarsi
DURC e Tracciabilità
Contatti
Newsletter
search
Formazione
FAD sincrona (in diretta)
FAD asincrona (registrata)
Formazione obbligatoria
Formazione in aula
Formazione in house
Piano formativo gratuito associati
Archivio Formazione
Sportelli
Quesiti
Servizi di Supporto
Area Amministrativa
Determinazione fondo risorse decentrate
Pratiche previdenziali
Prima assistenza e tutoraggio ai comuni per l’attivazione di operazioni di PPP (Partenariato Pubblico Privato)
Società e organismi partecipati: tutoraggio agli adempimenti degli enti locali
Area Digitale
Adeguamento del sistema di gestione documentale alle nuove linee guida sul documento informatico
Supporto Responsabile della Protezione dei Dati (RPD, altrimenti denominato Data Protection Officer, DPO)
Supporto transizione al digitale
Area Finanziaria
Gestione IVA
Gestione IRAP
Redazione del Bilancio Consolidato
Relazione di fine e inizio mandato
Supporto alla predisposizione delle predisposizioni tariffarie (PEF) 2024-2025 secondo i criteri del Metodo Tariffario Rifiuti per il secondo periodo regolatorio (MTR-2)
Predisposizione e rendicontazione delle risorse per i servizi sociali (SOC24), asili nido (NID24), trasporto studenti con disabilità (DIS24) e assistenza all’autonomia e alla comunicazione personale degli alunni con disabilità (nuova scheda FAD24)
Validazione Piano Economico Finanziario (PEF) servizio gestione rifiuti. Aggiornamento biennale 2024-2025
Area Tecnica
Attività di supporto Gare
Controllo Pratiche Energetiche (ex Legge 10/91)
Controllo Pratiche Sismiche
Affitto sale convegni
Cultura
person
AREA RISERVATA
Accedi
Non hai un account?
Registrati qui
Hai dimenticato la Password?
Recupera la Password
UPEL CULTURA
› Parco dei Platani
Castellanza
PARCO DEI PLATANI
Fino agli inizi del Novecento, l’area che oggi ospita il
Parco dei Platani
ed i vicini edifici, era un’unica proprietà. Provenendo da Milano vi si accedeva attraverso l’Arco, anticamente chiuso da un dipinto, dal quale partiva un lungo viale alberato. All’epoca dall’Arco si poteva ammirare l’ingresso principale di
Villa Piola Daverio
, situata in via San Carlo. Il dialetto castellanzese definiva “
pispitìa
”, ossia “prospettiva”, la spettacolare unione di natura e arte scenografica che caratterizzava il Parco. Edifici costruiti successivamente non permettono oggi di cogliere questo aspetto. Alla metà del XVIII secolo, il Catasto Teresiano, ci testimonia inoltre che quest’area era destinata ad “aratorio vitato con moroni”. Si trattava quindi di un paesaggio prettamente agricolo destinato alla coltivazione di vite e gelso con presenza di case e rustici. In seguito l’area divenne proprietà del visconte Leonardo Cerini di Castegnate, che trasformò la campagna circostante costruendo lo “chalet” e le scuderie. Il parco prende il nome dai sei platani piantati nella metà del Settecento dai nobili proprietari Piola Daverio. Di questi è purtroppo arrivata fino a noi solo la coppia ai lati dell’Arco. Un episodio testimonia comunque l’amore e il rispetto che i Castellanzesi hanno sempre portato verso i loro “piantuni”. Si racconta che, ad inizio anni Cinquanta, i nuovi proprietari volessero abbattere i due platani che si affacciavano su via Gerenzano. Ma i Castellanzesi scesero armati di zappe e forche a difenderli. Quando fu deciso di interrompere il lavoro ormai iniziato era però troppo tardi e i due platani dovettero essere abbattuti per salvaguardare l’incolumità pubblica. L’area è ricca di testimonianze archeologiche che indicano insediamenti ben distribuiti lungo i terrazzi della valle Olona. La più antica presenza umana nel territorio di Castellanza risale all’Eneolitico (circa 2.500 a.C.). Si di frammenti di vaso campaniforme (riconducibili alla cosiddetta cultura di Remedello), ritrovati in località Paradiso nelle immediate vicinanze del Parco. Proprio in località Due Piantoni si segnalano invece resti di piatti, coppette e ollette decorate ad unghiate. Sono datati tra la fine del I secolo a.C. e l’inizio del successivo, per la compresenza di materiali di tradizione celtica e di prodotti romani.
©Foto: Comune di Castellanza ©Riproduzione riservata