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Brinzio

CHIESA DEI SANTI PIETRO E PAOLO


La chiesa dei Santi Pietro e Paolo ha una storia molto antica. Le prime tracce di un edificio religioso risalgono al 1197, in documenti che attestano la presenza di una chiesa romanica. Con una sola navata, un piccolo campanile e circondata da un cimitero, era molto malandata e senza un prete titolare. Inoltre, la comunità era povera e sono nel Settecento fu possibile migliorarne la struttura. La costruzione della nuova chiesa avvenne tra il 1769 e il 1774, cui seguirono altre modifiche ed aggiunte successive. La chiesa parrocchiale si presenta oggi con un impianto a croce latina rovesciata, con il portale arretrato. Ha un’unica navata, mentre il transetto è costituito da due cappelle. La facciata è a capanna, scandita da lesene e con un frontone triangolare. L’ingresso è decorato con eleganti stucchi. Gli interni sono in stile barocco ma senza eccessi. La chiesa conserva due tele del XVI secolo del Barocci e del Procaccini, mentre gli affreschi sulle pareti, volta e abside sono ad opera di Annibale Ticinese, realizzati nella prima metà del Novecento. A sinistra dell’altare maggiore si colloca la Grotta di Lourdes, con accesso anche dalla piazza. La cappella fu costruita negli anni ’20 del secolo scorso, sul sito in cui sorgeva l’antica chiesa romanica. Restauri recenti hanno portato alla luce sepolture e porzioni dell’antico edificio, oggi visibili grazie a un pavimento parzialmente vetrato. Attigui alla chiesa vi sono anche gli edifici dell'ex Monastero Femminile, che ospitarono una comunità religiosa tra il XV e il XVI secolo. È incerto quale ordine seguissero le monache, ma si sa che la loro presenza fu molto importante a Brinzio. Acquisirono infatti diverse proprietà terriere e costituivano l’unica autorità religiosa stabile del paese. Tra il 1520 e il 1540 le monache furono unite al convento del Sacro Monte di Varese e il monastero di Brinzio fu chiuso. Gli edifici che lo ospitavano sono stati acquisiti dalla parrocchia negli anni Novanta. Sulle pareti esterne sono ancora visibili parte degli affreschi che la adornavano, e che le sono valsi il soprannome di “Casa colorata”.

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