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UPEL CULTURA
› Lagozza di Besnate e Lagozzetta
Besnate
LAGOZZA DI BESNATE E LAGOZZETTA
Il bacino della
Lagozza di Besnate
, oggi bacino torboso, era un tempo una vasta palude. L'area ha restituito diversi reperti preistorici. Le prime scoperte risalgono al 1877 quando, l’allora proprietario, il Conte Ottavio Cornaggia- Castiglioni diede il via alle operazioni di bonifica. Le ricerche archeologiche hanno individuato la struttura di una palafitta e numerosi reperti, soprattutto paleobotanici e per la tessitura, risalenti alla tarda età della Pietra. L’insediamento pare fosse consistente, con circa 70 nuclei famigliari. Secondo gli storici quella della Lagozza è la più antica civiltà agricola della Padania e per il grande livello d’evoluzione in agricoltura, tessitura e ceramica, ha preso il nome di “Cultura della Lagozza”. Tra i reperti vi sono diversi frammenti di tessuto, pesi da telaio ed esemplari di ceramica di colore nero, tra cui vasi con coperchi, piatti a bordi larghi, tazze e recipienti decorati con bughe. Poco distante dal sito della Lagozza, durante una bonifica a fine Ottocento, sono stati rinvenuti resti palafitticoli nella
Lagozzetta
, databili al 2400 a.C. Si tratta di molti tronchi e rami disposti con le chiome al centro e le radici verso l’esterno. A questa disposizione vi è una risposta nei fenomeni naturali, ma è anche possibile che siano stati posti così dagli abitanti dell’insediamento, per alzare il fondo della capanna. I resti sono conservati a Milano al Castello Sforzesco, nel Museo archeologico P. Giovio di Como, nel
Museo di Storia e Arte a Gallarate
, nel Civico museo archeologico di Milano. Riproduzioni di tutti i reperti sono conservati nel
Civico museo archeologico di Arsago Seprio
.
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IlVaresotto
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