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Decreto Energia, per UPI insufficiente il fondo per gli enti locali

13/03/2022
L’aumento dei prezzi delle materie prime energetiche, che ha portato all’impennata dei costi delle bollette elettriche e del gas, sta producendo effetti gravissimi sulle famiglie e sulle imprese, ma anche sugli Enti locali: Province, Comuni e Città metropolitane. Questo decreto è una prima risposta all’allarme lanciato dai Sindaci e dai Presidenti di Provincia, ma le misure previste per garantire la continuità dei servizi sono del tutto insufficienti”. Lo ha detto il rappresentante dell’UPI, intervenendo in audizione alle Commissioni Ambiente e Attività produttive della Camera dei deputati sul Decreto-legge Energia che introduce misure per fare fronte al caro bollette.
“La spesa sostenuta dalle Province nel 2021 per l’energia, in particolare il costo di riscaldamento ed illuminazione delle scuole secondarie superiori. un patrimonio di 7.100 edifici scolastici con oltre 122.000 aule – ha spiegato Ramella – è stimabile in circa 300 milioni. L’impennata dei costi energetici ha prodotto un aumento pari a circa il 40% della spesa corrente delle Province, ma gli effetti sono stati evidenti anche sugli investimenti che, oltre ai rincari dell’energia, hanno subito gli aumenti delle materie prime, tanto da arrivare a far saltare i Piani economici progettuali. È evidente quanto questo rappresenti un gravissimo ostacolo nel percorso di attuazione del PNRR, tanto più ora, all’avvio della fase di attuazione delle Missioni e della messa a terra degli investimenti. Il fondo di 50 milioni previsto dal decreto in favore di Province e Città metropolitane è del tutto insufficiente a colmare il gap e a garantire la continuità dei servizi: per azzerare l’impatto dell’aumento dei costi energetici, occorre portare la quota del fondo ad almeno 90 milioni” – ribadisce il rappresentante UPI.

In aggiunta all’incremento del  fondo, per l’UPI è possibile prevedere alcune misure non onerose, che renderebbero ancora più incisivo l’intervento, quali: la possibilità che gli enti locali coprano le maggiori spese derivanti dall’aumento dei prezzi dei materiali da costruzione utilizzando le economie di gara anche per interventi di edilizia scolastica, così come avviene per le altre opere pubbliche (strade, ponti, viadotti…) – già prevista dall’ordinamento contabile degli enti locali in relazione all’impiego dei ribassi d’asta genericamente individuati; nonché l’introduzione nel decreto un piano organico per l’istallazione dei pannelli fotovoltaici nelle scuole (complessivamente si tratta di 40 mila edifici, anche se ovviamente non tutti utilizzabili allo scopo) per ridurre i loro costi di consumo energetico e contribuire alla produzione di energia rinnovabile a disposizione della comunità di riferimento.

 

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