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Chiesa di Sant’Eufemia | Incino

29/08/2022
La chiesa di Santa Eufemia, nella frazione di Incino, è una delle chiese romaniche più antiche della regione. La pieve di Incino è, inoltre, una delle più vaste ed antiche della zona (nel 1285 comprendeva ben 61 chiese).
Il complesso religioso si compone della chiesa, del campanile e della canonica. In origine era molto più vasto: ne facevano parte, infatti, un convento, il battistero di S. Giovanni, una cripta e il cimitero.

La chiesa, in muratura scandita da lesene, è a pianta rettangolare, a navata unica absidata con soffitto a capriate in legno. L'abside di forma semicircolare è la parte più antica della chiesa. Nella sua parete esterna, divisa in tre sezioni verticali da quattro lesene, sono ancora discernibili gli antichi finestroni otturati in epoche successive.

L'imponente campanile alto 32,7 metri, che copre larga parte della facciata, è stato costruito con impiego di materiale di spoglio di epoca romana. È a tre ordini sovrapposti di monofore, bifore e trifore con colonnine variamente ornate. In origine era staccato dalla fabbrica della chiesa e in epoca medievale fungeva anche da torre di avvistamento e di difesa di tutta la pieve. Nello stesso periodo della sua costruzione venne scavata anche la cripta triabsidata che era posta sotto la chiesa. Nella parte meridionale si addossano al corpo dell'edificio costruzioni di epoca più recente.

   Storia


La costruzione, inizialmente con il fronte più arretrato, venne ampliata nel XII secolo. Nel XVIII secolo venne invece allungata nella sua parte occidentale fino a portarla a ridosso del campanile.
Nella porzione meridionale si addossano al corpo dell'edificio costruzioni di epoca più recenti, già abitate dai sacerdoti che componevano il collegio della pieve di Incino. Tutto il complesso era cinto entro un muro di difesa, attestato almeno fino alla metà del XVI secolo.

Per quanto riguarda le trasformazioni più tarde, una pianta della seconda metà del XVI secolo offre un’immagine della chiesa descritta da un complesso che comprende chiesa, campanile, battistero, case dei religiosi, edifici di servizio racchiusi dentro un muraglione difensivo.
Numerose visite pastorali documentano una situazione di degrado che porterà nel 1596 al decreto che trasferirà il ruolo di chiesa plebana da S. Eufemia alla chiesa di Santa Maria Nascente. La cripta ed il battistero pericolanti vennero demoliti in questa occasione.

L'antica plebana di sant'Eufemia di Incino, in occasione del Giubileo del 2000, per volere dell'arcivescovo Carlo Maria Martini, è stata annoverata fra le 23 chiese giubilari dell'Arcidiocesi di Milano.

   Gli interni


All’interno, la navata presenta sulla destra una cappella che fu istituita dalla più importante famiglia locale dei Parravicini e che conserva un antico affresco della Madonna rimaneggiato nel secolo scorso.

Due sono le testimonianze figurative di epoca romanica: un frammento scultoreo raffigurante il Cristo inserito sopra il portale esterno e all'interno una pregevole acquasantiera marmorea con testine umane a rilievo, reca incisa la data MCCXII (1212) e le lettere P.A.M.E.F., il cui significato è stato interpretato come: "Petrus Antonius me fecit”.

Ma l'opera più notevole e di grande valore artistico è un grande Crocifisso ligneo del XV-XVI secolo con dipinta la figura di Cristo, di stile giottesco. Nei riquadri, posti nei quattro punti terminali della Croce e venuti in luce solo durante il restauro del 1983, sono effigiati: a sinistra la Vergine Addolorata vestita di nero, a destra san Giovanni, in alto il Cristo Redentore che indica con la mano destra la S.S. Trinità e con la mano sinistra regge il mondo, in basso la coppa raccoglitrice del sangue di Cristo.

Da segnalare anche l'altare maggiore in stile barocco e, presso l'altare della Madonna, un paliotto in scagliola del XVIII secolo. Nella chiesa sono conservati, oltre all'affresco della cappella, due quadri del XVI secolo: a sinistra uno che rappresenta la Madonna e a destra l'Annunciazione.

   Gli scavi archeologici


Sant'Eufemia di Incino è stata oggetto di numerosi studi e continue ricerche che hanno permesso di datare la sua origine alla metà del V secolo.

Sul sagrato antistante l’antica chiesa di Sant’Eufemia, in centro a Erba, in età altomedievale sorgeva un Battistero dedicato a San Giovanni. La struttura è stata indagata attraverso una campagna di scavi archeologici condotta dal 18 luglio al 12 agosto 1994, sotto la direzione di Sauro Gelichi dell'Università di Pisa e Isabella Nobile del Museo di Como. La costruzione del battistero, contemporanea a quella della prima chiesa plebana, risale al V secolo, con successive fasi di risistemazione. Il battistero era formato da un’aula quadrata e presentava ad est un’abside, anch’essa quadrata, aggiunta in successivo momento.

[caption id="attachment_40531" align="aligncenter" width="254"] Scavi del Battistero di san Giovanni[/caption]

Sul lato rivolto verso Sant’Eufemia si apriva un piccolo presbiterio, al centro della quale era situata la vasca battesimale circolare, molto diffusa nella prima età cristiana, quando il battesimo avveniva per immersione.
Diverse sepolture databili a periodi differenti testimoniano che soprattutto la zona ad est, situata tra l’abside del battistero e Sant’Eufemia, venne adibita a cimitero; le tombe più antiche erano in lastre di pietra o in muratura e potevano essere riutilizzate.

Altra importante campagna di scavi è quella che risale agli anni 2011-2012, che ha permesso di riconoscere una sequenza stratigrafica di 11 fasi, di cui una prima fase relativa ad una frequentazione del luogo antecedente alla chiesa.


Contributi: Museo Civico di Erba – Progetto PCTO

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