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› Certificazione Fondo Covid: pronti al via?
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Certificazione Fondo Covid: pronti al via?
02/04/2021
Dopo il via libera dalla conferenza Stato-città allo schema di decreto correttivo del ministero dell’Economia e delle Finanze di approvazione del nuovo modello di certificazione del fondo per le funzioni fondamentali, cosiddetto Fondone, (che sarà emanato a breve), sostitutivo del Dm n. 212342/2020, e alla pubblicazione dei dati definitivi desunti da fonte F24 (Imu e addizionale comunale all’Irpef) e fonte Aci (Ipt e Rc Auto) risulta completato l’iter dei provvedimenti normativi che consentono agli enti di effettuare l’elaborazione definitiva della perdita di gettito, riconducibile esclusivamente all’emergenza epidemiologica da Covid-19. Contestualmente all’emanazione del nuovo decreto saranno messi in linea sull’applicativo web http://pareggiobilancio.mef.gov.it i nuovi modelli della certificazione.
Al fine di agevolare gli enti locali nella compilazione dei prospetti, nonché disporre di un controllo automatico, alcuni dati saranno già precompilati: fonte F24 -Aci – Bdap-Dca (dati contabili analitici) per le entrate e fonte Bdap – Dca per le spese. In caso di mancata comunicazione alla Bdap dei rendiconti 2019 e 2020, gli enti saranno invece tenuti alla compilazione integrale dei dati mentre per l’esercizio 2020 è consigliabile procedere con l’invio dei dati contabili analitici non appena gli stessi risulteranno definitivi.
I dati contabili – che rappresentano sempre il punto di partenza e il punto di arrivo – dovranno necessariamente essere accompagnati da valutazioni specifiche e puntuali, determinate sulla base di idonei documenti giustificativi da riconciliare con le risultanze contabili.
La quantificazione delle maggiori/minori spese Covid-19 piuttosto che le rettifiche della sezione entrate (per le politiche autonome dell’ente, la sterilizzazione di entrate straordinarie o l’errata contabilizzazione di voci di bilancio) dovranno infatti essere supportati da elaborazioni anche extracontabili, che avvalorino il dato della certificazione e pongano le condizioni per poterne verificare il contenuto, in primis da parte dell’organo di revisione senza poi dimenticare che saranno disposti controlli anche da parte dei servizi ispettivi del ministero dell’Economia e delle Finanze.
Esemplificando:
• gli effetti derivanti dalle politiche autonome degli enti, in termini di aumento o riduzione delle aliquote/tariffe ovvero di agevolazioni Covid-19, dovranno essere certificati sulla base di elaborazioni puntuali dell’ufficio preposto, prendendo a riferimento il miglior dato disponibile e più pertinente ai fini della quantificazione della variazione di gettito o di entrata (ad esempio incassi per l’Imu o altri dati desumibili dalle procedure gestionali);
• l’individuazione delle entrate riferite a eventi straordinari va giustificata tenendo conto della natura dell’evento che ha portato all’accertamento dell’entrata;
• la quantificazione delle minori spese per utenze richiede una verifica delle fatture, dei periodi di consumo e dell’incidenza degli eventuali conguagli;
• le variazioni di spesa correlate a servizi educativi e scolastici sono la risultante di minori spese (conseguenti alla sospensione del servizio e/o alla rimodulazione dei contratti in essere) e maggiori spese (sostenute al momento della riapertura a fronte delle maggiori misure di sicurezza previste dai protocolli Covid-19);
• la minore spesa correlata ai buoni pasto del personale terrà conto del numero di giornate svolte in smart working e che, in presenza, avrebbero dato diritto al riconoscimento del buono;
• per quanto attiene il lavoro straordinario, oltre che certificare i risparmi di spesa conseguiti, sarà necessario indicare contestualmente la maggiore spesa correlata all’emergenza sanitaria.
Queste sono solo alcune delle innumerevoli riflessioni che ruotano attorno alla certificazione.
Si ricorda altresì che non devono essere certificate le maggiori spese coperte da specifiche assegnazioni pubbliche e/o private (es. trasferimenti regionali, donazioni, etc.), le spese per trasferimenti a famiglie/imprese derivanti dalle agevolazioni Tari (in quanto già riconosciute e ricomprese nella sezione della certificazione dedicata alle entrate) e quelle che hanno trovato copertura con i risparmi derivanti dalla sospensione delle quote capitali dei mutui del ministero dell’Economia e delle Finanze.
Diversi quindi i punti di attenzione che gli enti dovranno riservare nella compilazione del modello di certificazione, che dovrà trovare corrispondenza e coerenza con le risultanze dell’avanzo di amministrazione, e, in particolare, con l’allegato a/2 riferito alle quote vincolate, il tutto in una corsa contro il tempo vista l’imminente scadenza del rendiconto.
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