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Palazzo del Te

23/03/2023
Palazzo Te è stato realizzato tra il 1524 e il 1534 su un progetto dell’architetto Giulio Romano. Fu commissionato dal marchese Federico II Gonzaga come luogo di svago e di intrattenimento per la famiglia e gli ospiti illustri. La struttura inglobò una preesistente scuderia dei Gonzaga e sorse al centro di un isolotto, in un lago ora prosciugato. L’isola era chiamata “Tejeto”, da qui l’abbreviazione “te” e il nome, Palazzo del Te. L’edificio è considerato il capolavoro di Giulio Romano, in cui l’architettura si alterna alla natura, con sublimi decorazioni ed affreschi. Palazzo Te ha un impianto quadrato, piuttosto basso e largo, con un cortile interno anch’esso quadrato, che un tempo ospitava un labirinto. La struttura ricorda le domus romane, con quattro aperture, una su ogni lato.

L’ingresso principale, la Loggia Grande, ha vista sui giardini e sulla città. L’entrata parallela è la Loggia d’onore, che si affaccia sulle Peschiere e sul giardino settentrionale, che ospita l’esedra.
L’architetto sembra essersi ispirato allo stile classico: in tutto l’edificio si ricorrono imponenti colonne doriche e tutte le superfici, interne ed esterne ai cortili, sono decorate con diverse tecniche di bugnato.

Tra gli splendidi saloni, ricordiamo:

  • La Sala di Amore e Psiche, adibita a sala da pranzo. La stanza è decorata con un ciclo di dipinti ad olio dedicati al mito di Amore e Psiche di Apuleio e sono un dono di Federico II Gonzaga alla sua amante, Isabella Boschetti. Come l’amore dei protagonisti fu ostacolato da Afrodite, anche la relazione tra il marchese e la nobildonna era infatti osteggiata da Isabella d’Este.

  • La Sala dei Cavalli, che era la sala da ballo del palazzo. Gli affreschi celebrano la grande passione dei Gonzaga, i cavalli, con riproduzione a grandezza naturale dei sei destrieri più belli su di un paesaggio naturale.

  • L’Appartamento del Giardino o della Grotta, situato in un luogo appartato in fondo al giardino dell’Esedra. Si tratta di poche stanze private dedicate al riposo e alla contemplazione. Da qui si accede alla Grotta, una piccola stanza da bagno, realizzata come se fosse una cavità naturale.

  • La Sala dei Giganti. La sala maggiore dell’edificio, realizzata tra il 1531 e il 1536, uno dei luoghi simbolo di Mantova.
    La stanza ha una base quadrata con un soffitto a cupola ed è interamente affrescata su tutte le superfici. Per mimetizzare gli stacchi, Giulio Romano ha smussato gli angoli tra le pareti e la volta. Gli affreschi si ispirano al mito della gigantomachia di Ovidio e sono un capolavoro di dinamismo ed espressività dei volti. Sulla cupola vi sono le divinità, tra cui Zeus impegnato a lanciare fulmini ai giganti, che dal pavimento cercano di ascendere all’Olimpo. I titani sono rappresentati come uomini, travolti dai corsi d’acqua e dal crollo di un edificio e della montagna. Il pavimento era in origine un mosaico di ciottoli di fiume, che alimentava l’illusione di rottura tra spazio pittura. L’attuale rivestimento risale al secondo Settecento.


Aperture
- Ora legale
Lunedì | 13:00 - 19:30
Da martedì a domenica | 9:00 - 19:30

- Ora solare
Lunedì | 13:00 - 18:30
Da martedì a domenica | 9:00 - 18:30

©Foto: Sailko - Opera propria, CC BY 3.0
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