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Villa Ceriani o San Giuseppe | Crevenna

30/08/2022
Nel centro di Crevenna sorge Villa Ceriani. Anche nota come Villa San Giuseppe, nel corso dei secoli è stata testimone di numerosi passaggi di proprietà tra le famiglie nobili lombarde.

   Storia


L’attuale edificio fu costruito su una preesistente casa medievale risalente al XIV/XV secolo di proprietà della nobile famiglia Carpani di Crevenna. Le tracce della loro abitazione si possono riconoscere in alcuni locali nell’ala sinistra della villa, dove è rimasto il segno di un portico ribassato. Verso la fine del XV secolo la villa e i terreni adiacenti furono acquistati dai Garimberti, famiglia di notai. L’edificio aveva notevoli dimensioni, come si evince dalle mappe catastali dell’epoca.

Nel 1790, o per alcuni studiosi più probabilmente nel 1799, la proprietà fu venduta come casa di villeggiatura a Pietro Ceriani, membro di una famiglia di filandieri e banchieri milanesi. Con la famiglia Ceriani la villa acquistò il suo attuale splendore, tramite una ristrutturazione realizzata fra il 1820 e il 1840. I lavori furono affidati all’architetto Gianluca Gavazzi della Somaglia, o, secondo alcuni storici, Giacomo Moraglia. Dopo questo grande intervento edilizio, la volumetria della villa rimase sostanzialmente immutata, tranne alcune modifiche minori.

I Ceriani restarono proprietari della villa fino al 1860 circa, che passò poi a Sofia Bonnefoi, ed in seguito, alle famiglie Bressi, Rossi e Fontana. In questa fase venne costruita la torre merlata in stile neogotico nell’ala destra della villa. Alla fine della seconda guerra mondiale il complesso fu acquistato dalla Suore Giuseppine di Vigevano, che convertirono il complesso in un istituto religioso e un collegio femminile.
L’ultimo passaggio di proprietà risale al 1974, quando il Comune di Erba acquistò la villa.


   La villa


La villa ha uno schema planimetrico di tipo neoclassico, con un impianto ad U. L’anticorpo di ingresso, affacciato su via Ugo Foscolo, fu costruito per mimetizzare la visuale sulle case coloniche e per creare un cannocchiale prospettico verso i campi. L’imponente portale di ingresso è sottolineato da blocchi bugnati in pietra e sormontato da un timpano. Sulla facciata, perfettamente simmetrica, si trovano tre balconi: uno centrale più ampio sopra l’ingresso e due angolari con sottostante finto bugnato in intonaco.

Dall’ingresso, tramite un portico con colonne in granito, si accede al cortile quadrangolare interno, chiuso sul lato ovest da una scalinata in pietra che conduce al parco. L'edificio si sviluppa su due piani principali collegati internamente da uno scalone in pietra a due rampe lungo le cui pareti vi sono dipinte scene allegoriche.

L’ala sinistra della villa era destinata agli alloggi per la ser

vitù, alla stalla, agli spazi per le carrozze e alla lavanderia. Ancora oggi, al primo piano, si conserva un lavatoio in pietra con la pavimentazione originale in ciottoli.
L’ala destra corrispondeva alla zona padronale, caratterizzata da sale con maestosi soffitti a cassettoni decorati, decorazioni con affreschi ed elementi in stucco e pavimenti in parquet o a mosaico. Al piano terra si apre la Sala Civica, con un magnifico camino e un soffitto affrescato raffigurante alcune figure della mitologia classica. Al piano superiore, nella medesima posizione, troviamo un altro splendido salone affrescato e decorato con stucchi. L’angolo nord-ovest è sopralzato con una Torretta.

   Impieghi


Villa Ceriani ospita il Museo Civico di Erba, il Presepe meccanico, diverse associazioni locali, lo studio dello scenografo Ezio Frigerio e della costumista Franca Squarciapino. Fino al 2008 qui aveva sede anche la Biblioteca comunale.

All’interno del parco sono presenti percorsi che conducono ad angoli suggestivi come il Tempietto neoclassico a pianta circolare, usato forse come Sala da tè, e la fontana con grotte.  Vi era anche una seconda fontana, nella parte inferiore del parco, sostituita successivamente da una piscina ora interrata. Sono presenti ancora parzialmente le vecchie serre, che venivano probabilmente utilizzate come limonaia, e rimangono tracce del suggestivo roseto.

Il grande giardino all’inglese è ricco di piante ornamentali e secolari di pregio, fra le quali una magnolia grandiflora e un faggio tricolore. Rimane ancora, inoltre, un ceppo di un cedro del Libano che, al momento dell’abbattimento necessario per motivi di sicurezza, aveva raggiunto un’età di circa 202 anni.

Contributi: Museo Civico di Erba – Progetto PCTO
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