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Villa Olmo

28/03/2022
Tra le dimore più sontuose della città e del Comasco c’è sicuramente Villa Olmo. Affacciata sulla riva occidentale del lago, è opera dell’architetto Simone Cantoni. Costruita sul finire del XVIII secolo, prende il nome da un grande olmo centenario, di cui non è mai stata accertata l’esistenza.

Storia


Preesistente alla villa è anche il monastero di Santa Maria di Vico, i cui terreni furono acquisiti dai marchesi Odescalchi nel 1664. Fu poi Innocenzo Odescalchi, del ramo di Fino Monasco, a far costruire la residenza.
La dimora passò poi alla famiglia Raimondi e ai duchi Visconti di Modrone, a cui si deve l’aspetto attuale.

Adibita ad ospedale militare durante la Prima Guerra Mondiale, nel 1925 Villa Olmo fu acquistata dal Comune di Como. Prestigiosa sede di rappresentanza, attualmente ospita mostre, manifestazioni e convegni.
Tra gli illustri ospiti della villa, ricordiamo Giuseppina de Beauharnais Bonaparte, Ugo Foscolo, Maria Cristina di Savoia regina delle Due Sicilie e Maria Teresa d’Asburgo-Lorena regina di Sardegna. Nel 1826 fu accolto l’imperatore d’Austria Ferdinando I, con al seguito il principe von Metternich e il feldmaresciallo Josef Radetzky. Da ricordare anche il soggiorno di Giuseppe Garibaldi, che qui conobbe Giuseppina Raimondi, figlia del marchese e sua futura seconda moglie.

La villa


Villa Olmo conserva l’impostazione sobria ed elegante di fine Settecento, ispirata dalle teorie neoclassiche.
La monumentale struttura presenta pianta rettangolare con il corpo centrale leggermente sopraelevato. Sui fianchi rimangono i due casini, uniche testimonianze delle ali laterali abbattute dai Visconti di Modrone.

Rigorosa la facciata, con frontoni triangolari sopra le finestre e rivestimento in bugnato agli angoli. Molto elaborata la porzione centrale, con cinque archi d’ingresso bugnati, colonne ioniche e medaglioni di filosofi realizzati da Francesco Carabelli. Corona il prospetto una balaustra con, al centro, un timpano ionico recante il blasone visconteo voluto dai duchi Visconti di Modrone.

Gli ambienti interni


All’interno si conservano molti ambienti e decori originali, oggetto di restauro negli ultimi anni.
Tramite l’ampio atrio quadrato, che copre in altezza tre piani, si accede allo scalone d’onore e alle sale del piano nobile. Le superfici sono arricchite da marmi, pregiati stucchi, specchiere neoclassiche ed eleganti balaustre in ferro.

Maestosa la sala da ballo, con volta a padiglione affrescata da Domenico Pozzi nel 1789. Sono rappresentati la Contesa fra Poseidone e Minerva per il patronato della città di Atene e Apollo con le nove Muse. L’Olimpo è presente anche nelle grandi figure in stucco, che raffigurano le principali divinità greche.
Piccolo gioiello della villa è sicuramente il teatrino, creato sul finire dell’Ottocento con un’acustica perfetta.

Da citare, infine, le numerose stanze, riccamente decorate con stucchi, dorature ed affreschi a tema mitologico, da cui traggono il nome. Tra queste la sala dell’Olimpo con l’Apoteosi di Eracle e la sala delle Nozze con lo sposalizio di Marte con una giovane sposa. La sala del Duca, al primo piano, impiegata come stanza da letto dal duca Guido Visconti di Modrone. L’ambiente custodisce ricercate pavimentazioni lignee, fregi di gusto neobarocco e un affresco della Fortuna di Ernesto Fontana.

Il parco


Circonda Villa Olmo uno spettacolare parco all’inglese, con tempietto neoclassico e una variegata flora. Sono presenti due ippocastani preesistenti all’edificazione del palazzo e vari monumentali esemplari. Antistante la dimora si colloca il giardino all’italiana, con parterres, siepi di bosso e una balaustra in pietra che affaccia sul lago. La passeggiata è arricchita da statue di divinità pagane e una monumentale fontana curvilinea, che raffigura un mostro marino in lotta con tre putti.

Più a nord si trovano le serre ornamentali e la collezione botanica, rimaste isolate dal parco dal tracciato della strada Regina. Il complesso è oggi collegato al parco tramite un ponte ciclo-pedonale in legno e ferro, denominato "Ponte del Chilometro della conoscenza".

©Foto: Trombetta Luca - Own work, CC BY-SA 4.0
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