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Monumento ai Garibaldini

02/07/2021
A poca distanza dal campanile di sant’Ambrogio si trova il Monumento ai Garibaldini, dedicato ai protagonisti della celebre battaglia del 26 agosto 1848 contro gli austriaci.
Progettata da Alfonso Bottelli di Morazzone e Carlo Maj, l’opera è stata realizzata dall’artista di Castronno Ambrogio Ghiringhelli.

Il monumento è composto da un basamento di granito su cui poggia il tronco di una colonna spezzata di ordine corinzio. Da quest’ultima pende una catena in bronzo. Sul basamento sono scolpite due epigrafi atte a tramandare alla memoria delle future generazioni il valore di Garibaldi e dei suoi soldati:

(Lato ovest) Veterani e Reduci delle guerre d’Italia ed altri cittadini 36 anni dopo eressero
(Lato est) Ai gloriosi Caduti delle disperse schiere che il 26 Agosto 1848 Duce Garibaldi un contro 100 pugnando qui audacemente la patria contesero allo straniero


Al di sotto sono disposti quattro bassorilievi bronzei, raffiguranti il conflitto armato, l’Italia che premia il sacrificio degli uomini valorosi, la Carità e il patriottismo dei morazzonesi.


  • La battaglia




La famosa battaglia commemorata è parte delle tante lotte per l’indipendenza italiana. Dopo la Prima Guerra d’Indipendenza (9 agosto 1848), Garibaldi continuò infatti le operazioni militari nel Varesotto.
Le schiere garibaldine nei giorni seguenti si spostarono nella provincia, mentre gli austriaci il 21 entrarono a Varese.

Il 26 agosto, verso le cinque del pomeriggio, le truppe di Garibaldi arrivarono a Morazzone. Gli austriaci persero tempo prezioso e giunsero in prossimità del paese solo verso sera. Erano ormai le 19 quando l’avanguardia austriaca, senza essere intercettata dalle sentinelle, sbucò nei pressi del cimitero. Le vedette a guardia dell’ingresso del villaggio si precipitarono verso l’interno cercando di trovare rifugio nei boschi circostanti.

Garibaldi imbastì un contrattacco tale che gli austriaci furono costretti ad interrompere l’inseguimento. Ritiratisi ai piedi del colle, gli avversari aprirono il fuoco sulle case della cerchia esterna: verso le 21 arrivarono i rinforzi, ma ormai era scesa una notte buia e così i generali decisero di sospendere le ostilità per riprendere l’attacco all’alba.

Durante la notte Garibaldi optò per una ritirata e, all’incirca alle 23, lasciò il paese cercando riparo nella vicina Svizzera. Non conoscendo bene i luoghi in cui si trovava, Garibaldi rapì il parroco locale Bernardino Sala affinché lo aiutasse a scappare. Egli fu lasciato a Lissago e poco tempo dopo morì, forse proprio a causa dello spavento derivato da questa brutta disavventura.

Contributo per i testi: Jacopo Bizzotto
©Foto: Sconosciuto - L’illustrazione popolare, Fratelli Treves Editori - Milano, 1884., Pubblico dominio
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