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Monastero di Santa Maria Assunta

21/06/2021
Il complesso edilizio dell’ex Monastero di Cairate è il risultato di oltre mille anni di storia.
Nato in epoca romana (737 d.C.) come fattoria, ha subito nei secoli profonde ristrutturazioni.
In epoca longobarda fu chiesa funeraria e necropoli e divenne monastero in epoca romanica. Ulteriori modifiche vi furono in seguito alla Controriforma, per permettere la clausura.

Per circa un millennio il monastero, che possedeva più della metà del territorio cairatese e i quattro mulini, è stato il centro economico e sociale di Cairate, favorito da importanti privilegi concessi nel tempo dai nobili possidenti: i Torriani, la famiglia Cairati, i Visconti e gli Sforza.
Il complesso fu soppresso in epoca Napoleonica e frazionato fra quattro nuovi proprietari. Adibito ad usi residenziali, subì pesanti stravolgimenti, soprattutto nella chiesa.
Tra il 1975 e il 1996 il comune di Cairate e la provincia di Varese acquistarono l’immobile. Dopo profondi restauri, il monastero ospita oggi uffici pubblici e spazi espositivi.

Compongono il complesso:
- il monastero vero e proprio, che si affaccia sul chiostro. La costruzione risale alla metà del XV secolo. Il chiostro, che conserva preziosi affreschi, è costituito da un porticato in arenaria con due ordini di archi. Frutto di diverse modifiche e aggiunte, ha una forma quasi trapezoidale.
- il quartiere di San Pancrazio, eretto tra Quattrocento e Cinquecento su una costruzione più antica, probabilmente il nucleo originario di epoca tardoromana. Al primo piano conserva la Stanza dei Fiori, interamente decorata con motivi floreali e ornamentali.
- la chiesetta di Santa Maria, che si presenta molto diversa dalla struttura precedente al frazionamento. Oltre allo spoglio interno, i nuovi proprietari fecero abbattere due navate e due campate. Oggi della chiesa rimangono l’altare e i preziosi apparati pittorici.
- i rustici della corte ovest, costruiti tra il XVIII e il XIX secolo.

Il monastero si è arricchito nei secoli di numerose decorazioni. Molte di queste sono oggi ospitate presso la Pinacoteca Ambrosiana, il Museo del Castello Sforzesco di Milano e il Museo degli Studi Patri di Gallarate.
Nel complesso si conserva l'arco trionfale d'ingresso, costruito in epoca barocca. È decorato con una statua dell’Assunta e due angeli.
Rimangono nel monastero anche dipinti di diverse epoche, tra cui il ciclo dell’Assunzione della Madonna di Aurelio Luini, datato al 1561. L’opera si trova nella chiesetta e occupa tutta la parete di quella che costituiva la sala delle monache. L’affresco si compone di diverse scene che narrano la vita della Vergine, scandite da dipinti in trompe-l'œil. Al centro si trova l’Assunzione della Vergine, immersa in una luce dorata e circondata da apostoli, angeli musicanti e nuvole.

Gli spazi di proprietà della provincia costituiscono il Museo del Monastero, che conserva i locali, i reperti e gli affreschi delle varie epoche. L’esposizione si articola in tre percorsi "Prima del monastero, età romana e tardo antica", "Il monastero altomedievale, età longobarda"; e "Il monastero dal Romanico al Rinascimento". Un quarto percorso, su prenotazione, permette di visitare l’area di San Pancrazio e la “Stanza dei Fiori”.
Nel primo percorso è possibile ammirare una tomba in pietra e percepire la presenza della principessa Manigunda, mitologica fondatrice del monastero. Tra leggenda e storia, si narra che il sarcofago sia di Manigunda, nipote del re longobardo Liutprando, la quale soffriva di una forte malattia ai reni, da cui guarì solo bevendo acqua da una fonte di Cairate. Da qui la decisione di prendere i voti e fondare il monastero.

©Foto: Dario Crespi - Own work, CC BY-SA 4.0
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