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Memoria della Corte dei conti al DL Sostegni

09/04/2021
Come già osservato in occasione delle precedenti manovre finanziarie, in un contesto di emergenza sanitaria quale quello che stiamo attraversando, la politica di bilancio continua a giocare un ruolo indispensabile. In attesa che il procedere della campagna vaccinale consenta un graduale ritorno alla normalità, si rende necessario ancora una volta prevedere interventi a favore dei soggetti economici più interessati dalla crisi e per la tutela del lavoro e delle famiglie più in difficoltà. A questi si aggiungono rilevanti misure per accelerare il processo di immunizzazione della popolazione e rafforzare il tessuto pubblico territoriale, e in particolare, quello dei trasporti pubblici, più esposto agli effetti negativi della crisi.
E’ quanto si legge nella Memoria che le Sezioni riunite in sede di controllo della Corte dei conti hanno inviato alle Commissioni riunite 5^ (Programmazione economica e bilancio) e 6^ (Finanze e tesoro) del Senato della Repubblica, nell’ambito delle audizioni previste in sede di conversione in legge del d.l. 22 marzo 2021, n. 41, recante misure urgenti in materia di sostegno alle imprese e agli operatori economici, di lavoro, salute e servizio territoriali connesse all’emergenza da Covid-19 (A.S. 2144).
Quanto agli interventi a fondo perduto agli operatori economici che hanno subito nel 2020 riduzioni rilevanti di fatturato, la Corte giudica “certamente positivo il superamento del sistema della selezione in base al settore di attività; inoltre, il riferimento all’intero arco temporale annuale del 2020 consente di escludere effetti distorsivi legati all’eventuale carattere stagionale dell’attività esercitata. La dimensione dell’intervento è certamente rilevante (11,2 miliardi)”, anche se alla descrizione in relazione tecnica dell’iter seguito nella stima degli oneri non ha fatto seguito un adeguato dettaglio delle ipotesi alla base del relativo costo, elemento, questo, essenziale “in mancanza del riferimento ad un limite di spesa derivante da un fattore legislativo e, al contempo, in presenza di margini specifici di ricorso all’indebitamento autorizzati dal Parlamento”.
Il decreto interviene a favore degli operatori economici con ulteriori slittamenti nei tempi di pagamento di debiti fiscali e l’annullamento di quelli di importo limitato, risalenti al decennio 2000-2010. Questa scelta, per la Corte, seppur giustificabile, “non appare condivisibile” sia perché incide in modo significativo sulla futura azione di riscossione dei crediti pubblici ritardando attività operative fortemente condizionate dal requisito della tempestività, sia perché, si risolve “in un beneficio erogato a un vastissimo numero di soggetti, molti dei quali presumibilmente non colpiti sul piano economico dalla crisi”, generando “disorientamento e amarezza per coloro che tempestivamente adempiono e può rappresentare una spinta ulteriore a sottrarsi al pagamento spontaneo per molti altri”.
Positiva, invece, la valutazione generale sulle misure in materia di lavoro e a sostegno di lavoratori e famiglie con il riconoscimento dell’importanza di rispondere con urgenza ai fabbisogni socio-economici, tutelare le persone colpite dalla crisi, salvaguardare le capacità di spesa delle famiglie e il potenziale produttivo del Paese.
Particolarmente di rilievo, poi, è la decisione assunta in tema di blocco dei licenziamenti, ma se appare condivisibile la scelta di vincolare l’impresa che usufruisce appieno degli ammortizzatori sociali a mantenere in piedi il rapporto di lavoro, le Sezioni riunite ribadiscono l’avviso, che occorre evitare che risulti, nei fatti, ritardata l’emersione di realtà aziendali che necessitano di profondi processi di ristrutturazione e risanamento.
Benchè le misure del Reddito di cittadinanza e del Reddito di emergenza abbiamo consentito di mitigare il disagio socio-economico dovuto anche alla pandemia, per la Corte resta l’esigenza di riconsiderare i punti di debolezza che sono emersi nell’attuazione degli interventi, procedendo soprattutto a separare la componente di strumento di contrasto della povertà da quello di strumento di politica attiva del lavoro. Politica che va rinnovata anche in considerazione delle rilevanti risorse previste su questo fronte dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.
Strategica, è, infine, l’azione per accelerare il Piano vaccinale, ma perplessità destano la variabilità del costo previsto per dose somministrata e la carenza di informazioni, da un lato, sugli importi previsti per l’acquisto dei vaccini, dall’altro, su quelli destinati ad alimentare i fondi per il Commissario straordinario e il Fondo per le emergenze.
Infine, in attesa delle risultanze della certificazione che consentirà di meglio mirare i ristori per gli enti territoriali in ragione dell’impatto dell’emergenza sanitaria e delle spese effettivamente sopportate, opportuno è l’intervento previsto sulle entrate locali così come il rifinanziamento a favore del trasporto pubblico. Appare quanto mai necessario evitare che l’emergenza sanitaria, economica e sociale possa evolvere in situazioni di crisi finanziaria locale con conseguenze pesanti sulla finanza pubblica.

 

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